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Storia

23 Maggio 1979, davanti al Notaio e amico Michele Colasanto si costituisce la Cooperativa “Lavorare per Vivere”.

E’ il risultato:

  • della volontà di alcune persone (Sergio Peruzzi in testa) e dell’amministrazione Comunale di Arzignano di avviare un’iniziativa per giovani in difficoltà;
  • del desiderio di tali giovani di crearsi un lavoro alternativo;
  • della disponibilità di due frati francescani (Amadio Arduino e Molon Cipriano) di condividere, come lavoratori e conduttori, l’esperienza stessa.

“Lavorare per vivere” è il nome della cooperativa. Lo slogan intendeva mettere in evidenza la convinzione dei giovani che il fine del lavorare è vivere; e nello stesso tempo ricordare ai giovani che per vivere bisogna lavorare.

I nove soci fondatori hanno esigenze e speranze specifiche. Alcuni di loro ricercano una vita e un lavoro diversi da quelli proposti dalla società; altri, i portatori di handicap, ricercano uno spazio attivo nella società. Da una parte il rifiuto e la fuga, dall’altra l’integrazione e la partecipazione.

La prima sede è in Via Cazzavillan, nr. 20, in uno stabile fatiscente che porta sui muri il segno di tante speranze e delusioni di altre due esperienze tentate da altri giovani alla ricerca di una vita alternativa.

Il lavoro è “inchiodare pelli”: su di un vecchio telaio e con uno scassatissimo furgone per il trasporto delle merci.

Le pelli sono poche e mal pagate: ogni giorno si va a mendicare di conceria in conceria. Il telaio non sempre lavora otto ore al giorno o per mancanza di pelli o per mancanza di operai.

Il dilemma si pone definitivamente: o trovare sede e lavoro adeguati o si chiude. Le buone intenzioni e anche l’impegno eroico del volontariato poco o nulla possono fare in assenza di  strutture adeguate.

L’emarginazione, la tossicodipendenza, l’handicap non sono un problema di tutti?

Il Sindaco di Arzignano, Severino Trevisan, coinvolto personalmente nell’iniziativa, ci aiuta a trovare una nuova sede (in via Cardina) e ci mette in contatto con il  Capo del personale della SIMEP (oggi Marelli Motori) Luciano Zarantonello (altra persona che crede nella Coop) e che coinvolge gli operai stessi della SIMEP, i quali diventano istruttori e sostenitori di questa opera sociale.

Con il contributo di tanti amici, della Cassa di Risparmio e della Popolare di Arzignano, arrivano le prime attrezzature e i mezzi di trasporto… così inizia l’avventura.